Conoscere quale sorgente genera quello specifico rumore. Ecco a cosa serve il beamforming. La tecnica prevede l’utilizzo di un numero ingente di microfoni che interferiscono tra loro individuando l’angolo di provenienza del rumore. La qualità del beamformig risiede nella risoluzione angolare e nella velocità di elaborazione delle immagini acustiche (fps). L’olografia ha lo stesso scopo, ma si applica a sorgenti stazionarie e vicine (macchinari, finestre,…), permettendo, però, di scendere a frequenze molto basse.